Il terzo libro della casa editrice les cerises – co-fondata da Angelika Burtscher e Daniele Lupo con Agnese e Cecilia Canziani – è di Antonio Rovaldi che propone una guida per immagini a tutte le cose imperdibili da vedere a New York: scoiattoli, forchette, impronte, graffiti, foglie e perfino ombrelli pipistrello. Lupo Burtscher cura il progetto grafico dei libri di les cerises.
New York City Babe di Antonio Rovaldi è un libro dedicato a New York, alla musica delle sue strade, ai suoi marciapiedi e al ritmo delle sue camminate. Per realizzare il suo libro, Antonio ha percorso chilometri e chilometri della sua città con in mano la sua macchina fotografica: si tratta infatti di un’esplorazione a piedi dell’intero perimetro dei cinque boroughs di New York. Di questa raccolta fanno parte centinaia di fotografie in bianco e nero catalogate per tipologie di soggetti: cemento, catrame, scarpe, scoiattoli, forchette intere, forchette rotte, bottiglie di liquori, calze, bastoni, lacci, carte, libri, bidoni della spazzatura, vapore, impronte… Si costruisce così una narrazione sincopata della città, che viene ripresa nella struttura del libro attraverso il ritmo degli elementi grafici. Il formato, l’orientamento e i tagli sugli angoli del libro riprendono l’immaginario infantile degli album da disegno.
In questo libro si esplicita la ricerca di Antonio Rovaldi (*1975, artista italiano che lavora tra Milano e New York), che si concentra sulla percezione del paesaggio e dellea distanze a piedi. Rovaldi lavora principalmente con la fotografia, il video, la scultura e l’illustrazione.
les cerises
les cerises è un progetto editoriale di storie raccontate attraverso immagini realizzate da artisti, designer, architetti e illustratori, invitati per la prima volta a realizzare un libro per bambini. Sono libri a tiratura limitata, fatti perché i bambini – ma anche gli adulti – possano trovare il proprio modo di raccontarli: ciascun libro ha infatti formato e materiali diversi ed è progettato da Lupo Burtscher insieme agli autori. Sono storie senza parole e diverse di volta in volta, in modo che i libri possano parlare non una, ma tutte le lingue del mondo.