Design del libro Santa o sgualdrina
In sette capitoli, Santa o sgualdrina – essere donna in Italia racconta diverse esperienze femminili in un paese dove la figura materna è adorata e allo stesso tempo si sente che una donna viene uccisa ogni tre giorni, solitamente dal suo compagno. Ispirandosi ai sette peccati capitali e alle loro antitesi, che sono i punti di partenza di questa riflessione artistico-documentaria, la giornalista Barbara Bachmann e la fotografa Franziska Gilli cercano di dare una risposta a questa questione: Cosa significa essere donna in Italia oggi?
Il tentativo di uguaglianza di una coppia durante la pandemia Covid-19, una giovane donna e il suo bisogno di controllare il proprio corpo, una madre e le sue esperienze violente durante il parto, undici uomini e i loro personali punti di vista sulle donne … I protagonisti del libro rappresentano un ampio spettro di opinioni, e tanto sono diverse le loro prospettive, quanto diverso è ogni volta il layout dei capitoli, che con sensibilità interpreta e unifica un contenuto così complesso. Quattro tonalità di rosso, da un arancione caldo a un bordeaux forte, vengono usate a volte su tutta la superficie, a volte solo attraverso dettagli sottili e rappresentano le emozioni che vanno dalla rabbia al dolore, dalla forza alla resistenza. Il duplice significato del titolo, scelto provocatoriamente, si riferisce proprio all’obsoleta classificazione delle donne in “buone” e “cattive”. Questa stessa duplicità continua nelle pagine di apertura dei capitoli attraverso l’associazione di peccati e virtù, che a volte si sovrascrivono, a volte si cancellano a vicenda pur rimanendo sempre leggibili e rappresentando lo sforzo di liberarsi dai modelli stereotipati. Una battaglia continua che le femministe in Italia, e nel mondo, devono combattere ancora oggi.